UCI, dagli airbag alla limitazione dei rapporti: dopo un anno di test e studi, al vaglio novità per la sicurezza
L‘UCI fa il punto sulle proposte di misure di sicurezza per il ciclismo su strada. Alla vigilia delle prime corse dell’anno, il Tour Down Under Donne parte domani, l’Unione Ciclistica Internazionale rivela alcune delle proposte al vaglio di SafeR, la stuttura dedicata alla sicurezza del ciclismo su strada che riunisce rappresentanti di tutte le parti in causa, dagli organizzatori ai ciclisti, passando per squadre e UCI. Suddivisa in tre organi, Consiglio di supervisori, Commissione e Comitato di gestione, che si riuniscono in periodi e frequenze diverse a seconda dei ruoli (settimanalmente gli ultimi, mensilmente i secondi, ogni trimestre i primi), SafeR si occupa anche di raccogliere i dati di incidenti e problemi vari.
Nel corso del 2024 sono stati registrati 497 incidenti, di cui il 35% è stato attribuito a responsabilità diretta degli atleti, mentre il 13% è stato valutato sia generato dalla frenesia in alcuni momenti tattici chiave (imbocco salite, entrata settori pavé o volate), l’11% sarebbe stato provocato da strade rese pericolose da condizioni di bagnato. A scendere si trovano poi le infrastrutture stradali, le cattive condizioni del manto stradale e il comportamento delle macchine al seguito, rispettivamente al 9%, 4% e 1%. La banca dati in costruzione permette così di mirare gli interventi e l’osservazione dei video di gara dei momenti in questione può permettere di studiare le aree di intervento, nonché eventuali sanzioni più precise.
Nel corso del 2024 sono state così introdotte e testate alcune novità, come i cartellini gialli, che nel 2025 entrano in vigore in maniera più strutturale, e l’utilizzo delle radioline concesso solo a due corridori per squadra, se non completamente rimosse in alcuni eventi, ma anche modifiche alla regola dei tre chilometri (che possono ora diventare fino a cinque), al metodo di calcolo dei tempi in caso di arrivo in volata, portando inoltre ad un inasprimento per il 2025 di alcune regole negli sprint.
Ci sono inoltre al vaglio alcune novità potenzialmente interessanti. Come prima cosa si cerca di trovare una omologazione comune per le transenne e barriere da utilizzare per delimitare la strada, con l’UCI che proporrà, attraverso un documento che dovrebbe vedere la luce nell’arco di sei mesi, regole più rigide riguardo “dimensioni, caratteristiche meccaniche, sistema di fissaggio, modalità di inserimento dei pannelli pubblicitari, nonché quali test devono essere effettuati per l’omologazione”. SafeR sta inoltre studiando un “software di valutazione dei percorsi che possa migliorare il modo in cui gli itinerari di corsa sono selezionai e preparati, in particolare grazie a strumenti di protezione come materassi e di sicurezza e segnalazione dei pericoli, ad esempio con delle bandierine o pali he possano aumentare la consapevolezza dei corridori”.
È inoltre in corso una analisi che possa portare a nuove soluzioni riguardo l’equipaggiamento dei ciclisti, “in particolare l’utilizzo di airbag per i corridori“, ma anche introduzione di nuove regole riguardo “altezza delle ruote e larghezza del manubrio”, vagliando inoltre la possibilità di aggiungere “limitazioni dei rapporti per ridurre la velocità massima“, tema, quest’ultimo, del quale si è discusso molto nelle ultime settimane dopo la proposta lanciata da Wout Van Aert. Inoltre, “è oggetto di studio la fattibilità di un dispositivo che misuri la distanza fra i corridori e i veicoli in carovana”
“La sicurezza dei corridori è una priorità, sia per l’UCI che per tutti coloro che sono coinvolti nel ciclismo maschile e femminile – commenta il presidente David Lappartient – Lanciato nel 2023, SafeR ha ora una struttura solida e sta procedendo con rigore e professionalità verso l’attuazione di iniziative che renderanno il ciclismo su strada più sicuro per i suoi protagonisti, i corridori. I test effettuati per valutare le varie misure sviluppate da SafeR dimostrano non solo l’ovvia necessità di sviluppare le nostre regole e i nostri protocolli, ma anche l’eccellente collaborazione con organizzatori, squadre e corridori. Siamo tutti uniti nella causa della sicurezza e continueremo a fare progressi in questa direzione nel 2025 e oltre”.
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